Gianluca Nani

… cose che vedo, penso, sento, e provo a raccontare. Spesso attraverso una macchina fotografica. / … things I glimpse, think, feel, and try to tell. Often through a camera.

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Questo blog ha traslocato, risistemato altrove dall’horror loci del suo autore. E ora si trova qui.

This blog has moved, elsewhere resettled by the horror loci of its author. And now you can find it here.

Senza Terra, immagini di un Brasile meno noto: mostra fotografica

 

Senza Terra, immagini di un Brasile meno noto: mostra fotografica

Senza Terra, immagini di un Brasile meno noto: mostra fotografica

 

La mostra propone alcuni scatti realizzati durante un viaggio di fotografia sociale in Brasile, nel Luglio 2010.
Il viaggio si è svolto all’interno del programma dei campi di lavoro organizzati dall’ARCS, l’ONG del sistema ARCI.

Da quando il Brasile è stato ‘scoperto’, cinque secoli fa, il possesso di terreni è fonte di potere economico, politico, sociale.

La metà dell’intero territorio nazionale è posseduta da pochi latifondisti, che spesso sono anche imprenditori e politici.

E la maggior parte di questi terreni è lasciata improduttiva.

I contadini, i braccianti vengono sfruttati, in modi che non di rado hanno tutti i tratti della schiavitù, quella coloniale.

Il Movimento dei Sem Terra, come altri movimenti simili presenti in tutta l’America Latina, organizza e supporta da più di 25 anni i contadini senza terra, che lottano per arrivare a possederne un pezzo.
Terra dove poter lavorare, terra come forma di emancipazione materiale, sociale, e anche di sussistenza, sopravvivenza, e affrancamento dal sistema latifondista.
Questi percorsi di lotta passano attraverso l’occupazione di terreni incolti, dove le famiglie si accampano e subiscono gli sgomberi e le incursioni da parte delle squadracce dei latifondisti stessi, oltre che delle forze di polizia.
Successivamente, grazie alla tenacia e alla resistenza degli occupanti, si avviano interminabili procedure legali, che attraverso un’intermediazione con i latifondisti, possono portare all’acquisto dei terreni occupati. Così gli accampamenti possono trasformarsi in villaggi stabili, piccole cittadine: ‘assentamenti’.

Durante il viaggio siamo stati accolti ed ospitati da queste comunità, che ci hanno raccontato delle loro lotte, sofferenze, conquiste, anche perché provassimo a raccontarle, una volta tornati a casa.

Non è stato facile avvicinarsi e provare a comprendere una realtà tanto complessa, per quanto è remota dal nostro sentire, dai nostri schemi e modelli di società, e poco o nulla considerata dalle fonti di informazione cui più facilmente e quotidianamente abbiamo accesso.

Proviamo a restituirne alcuni frammenti, confidando nella forza evocativa della fotografia.

(Gianluca Nani)

 

Immagini scattate durante un viaggio di fotografia sociale organizzato e reso possibile da:
MST – Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra – www.mst.org.br
Arci Cultura e Sviluppo – www.arciculturaesviluppo.it
Giulio Di Meo – www.giuliodimeo.it

In collaborazione con l’Associazione Arci Gli Argonauti.


Senza Terra – Immagini di un Brasile meno noto

Mostra fotografica di Serena Vallana e Gianluca Nani

Circolo Arci Oltrepò
Corso Sicilia 23, Torino.
Informazioni e prenotazioni: 339-7225647
15 Aprile – 15 Maggio 2011,
tutti i giorni dalle 20 (domenica chiuso)

Inaugurazione venerdì 15 Aprile, ore 20, con cena solidale in favore del Movimento “Sem Terra” dello stato di Maranhão, Brasile.
Parte del ricavato sarà devoluto all’organizzazione della mostra.

All’inaugurazione interverrà il fotografo Giulio Di Meo


Non c’è nulla da dire / There is nothing to say

Non c'è nulla da dire / There is nothing to say

Non c'è nulla da dire / There is nothing to say

 

Altri frammenti per immagini di tutta la storia sono qui.

More pieces, in pictures, of the whole story can be found here.

… nel ‘vedere’ gli alberi

Fotografie di alberi.

Fra le cose che mi affascinano degli alberi è il confondersi fra caso e rigore delle loro forme, del modo con cui protendono i rami, o si dispongono fra di loro quando sono tanti.
Non solo mi affascina: mi attrae.

 

 

Ma ci vuole molta forza e molta presenza per fissare gli alberi fino in fondo, rimanendo fermo, alla giusta distanza, senza esserne inghiottito, annullato; anzi, respirando la magia del monologo interiore che talvolta mi sono e mi si è donato nell’essere rapito dalla vista di un albero, dell’intrecciarsi dei rami, tronchi, o della geometria di un bosco.

Leggi il resto dell’articolo

Al lago



Piccolo diario per immagini di cosa ho visto un giorno al lago d’Orta.



… tutte le foto del racconto

Il resto del racconto si trova qui

C’è una foto che più di tutte mi piace, perché per me mostra una duplice natura dell’immagine fotografica.
Da cui è difficile omettere ogni frammento di realtà visibile.
Ma al tempo è una faccenda profondamente intima, come mostrarsi nudi.

(Gianluca)

Company Town

 



Mi riesce proprio difficile, nell’assistere al consumarsi del ricatto dell’accordo Fiat Mirafiori a Torino, in questi giorni, in queste ore, non fermarmi, e provare a riflettere con più calma.
Pur nel partecipare alla concitazione, rabbia, paura, sgomento e osservare poi l’indifferenza, distrazione, e noti qualunquismi che stanno caratterizzando questi momenti, mi viene da fare un passo indietro.

…on joue…



… chez des adolescents.

D’une fois, et d’aujourd’hui.
Je voudrais beaucoup de jouer, mais je ne sais pas ce jeu.
Entre adultes, peut-être, mais toujours chez des adolescents.
D’une fois, mais encore d’aujourd’hui.

(Gianluca)

Due di tutto. Due di nulla.



Su cosa c'è da vedere.

Mi è capitato spesso, rivedendo e sistemando il mio piccolo archivio fotografico, di intravedere tracce ricorrenti in fotografie anche distanti fra loro, nel tempo, nello spazio, nelle situazioni.


 

Come se avessi man mano lasciato cadere delle briciole guardando attraverso l’obiettivo, e fermando degli istanti, qua e là. Ma senza accorgermene, quasi ad imbastire soltanto, fra le righe, senza saperlo io stesso.

La salvezza che riesce a darmi la visione fotografica c'entra anche con quel fissarsi della realtà che chiama, si impone, vuole entrare, e non le si può dire di no. E c'è una parte di me, magari piccola, riposta, che mi è ancora poco nota, e non tratto bene come meriterebbe, che a tutto questo proprio non riesce a sottrarsi, fa da sola, contro ogni altra possibile volontà e intento coscienti.

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Ghostly encounters. Shot in pairs.

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